Marillion – “Grendel”

MarillionGrendel

Midnight sun bids Mars farewell
Retreats from charging dusk
Mountain’s echo curfew’s bells
Signal ending tasks
They place their faith in oaken doors

cower in candle light
The panic seeps through bloodstained floors
As Grendel stalks the night

As the walker seeks his meals

Prepare the funeral pyres
The shapeless songs no longer heals the fear

Within their eyes
their eyes

Wooden figures – pagan gods –
Stare blindly across the sea
Appeal for help from ocean fogs

For saviours born of dreams
They know their lives are forfeit now

Priestly heads they bow in shame
They cannot face the trembling crowd

That flinch in Grendel’s name

As Grendel leaves his mossy home

Beneath the stagnant air

Along the forest path he roams

To Hrothgar’s Hall so fair
He knows that victory is secure

His jaw will testify
His claws will drip with martial blood

As moonbeams of the sky

Silken membranes span his path

Fingerprints
Elegy
Denizens of twilight lands

Humbly beg him through
Mother nature’s bastard child

Slunned by leaf and stream
An Alien in an alien land
Seeks solace within dreams
The shaper’s lies his poisoned tongue

Maligen with marking hawk
Beguiling Queen her innocence

Offends his icy heart

in silence
bewitched by the reptile’s spell
Sulphurous essence
peroads round the grassy dell
Heroes awaits him
like lamb to the butcher’s knife
Stellular heavents
ignore even children’s cries
Screams are his music
lightning his guide
Wrapped in the darkness
death by his side
Chants rise in terror
free round the oaken beams
Flickering firelights
portraying the grisly scene
Warriors advance
prepared for the nightmare foe
Kids are the sacrifices
even their hearts must know
Heroes illusions
with feet in the grave
Lurker at the threshold
he cares not for the brave

He cares not for the brave

‘So you thought that your bolts and locks would keep me out
You should have known better after all this time
You’re gonna pay in blood for all you vicious slander
With your ugly pale skins and your nutrid blue eyes
What you’re gonna feel pity
when you kill your own
you feel
no shame
God’s of my’s sure I’m gonna take no blame
I’m gonna take no blame
I’M gonna take no blame
So you say you believe in all of your Mother natere’s laws
You last your goal with your sharpened knifes
You when you’re all together and your enemies left for rest
You pray with your bloodstained hands at the feet of your
pagan gods
Then you try to place the killer’s blame in my hands
You call for justice
distort the truth
Well
I’ve had enough of all you pretty
pretty speeches
Receive your punishment
Let the blood flow
oh let the blood flow’

Martin Luther King – I Have a Dream

Martin Luther King – I Have a Dream

In the process of gaining our rightful place we must not be guilty of wrongful deeds. Let us not seek to satisfy our thirst for freedom by drinking from the cup of bitterness and hatred. We must forever conduct our struggle on the high plane of dignity and discipline.

Jorge Arbeleche – Un’ombra

Jorge Arbeleche, 40 Poesie, Lieto Colle, 2009, pag. 89

 Un’ombra

Come se a volte

un’estate un pomeriggio

un angolo di strada

un albero un bosco

una certa ombra…

Sopra l’ombra

un’altra ombra:

quella del dolore

che si rifugia

sotto l’ombra senza fine

della Gioia.

Amélie Nothomb – Une forme de vie

Amélie Nothomb, Une forme de vie, Albin Michel, 2010, pages 84-85

Un artiste qui ne doute pas est un individu aussi accablant qu’un séducteur qui se croit en pays conquis. Derrière toute œuvre, se cache une prétention énorme, celle d’exposer sa vision du monde. Si une telle arrogance n’est pas contrebalancée par les affres du doute, on obtient un monstre qui est à l’art ce que le fanatique est à la foi.

Alvaro de Campos (Fernando Pessoa) – “Poema in linea retta”

Fernando Pessoa, Poesie, La grande poesia del Corriere della Sera, Milano, 2004, pagg. 348-351

Alvaro de Campos – Poema in linea retta

Non ho mai conosciuto chi abbia preso legnate.

Tutti i miei conoscenti sono stati campioni in tutto.

 

Ed io, tante volte spregevole, tante volte porco, tante volte vile,

io tante volte innegabilmente parassita,

inescusabilmente sudicio,

io, che tante volte non ho avuto pazienza di fare il bagno,

io, che tante volte sono stato ridicolo, assurdo,

che ho involto pubblicamente i piedi nei tappeti dell’etichetta,

che sono stato grottesco, meschino, sottomesso e arrogante,

che ho patito oltraggi e taciuto,

che quando non ho taciuto, sono stato più ridicolo ancora;

io, che sono riuscito comico alle cameriere d’albergo,

io, che ho sentito lo strizzar d’occhi dei facchini,

io, che ho commesso vergogne finanziarie, chiesto prestiti senza pagarli,

io, che, quando venne l’ora del cazzotto, mi sono rintanato

fuori della sua portata;

io, che ho sofferto l’angoscia delle piccole cose ridicole,

io verifico che non ho eguali in tutto ciò in questo mondo.

Tutta la gente che conosco e che parla con me

non ebbe mai un gesto ridicolo, non patì mai oltraggio,

non fu mai se non principe – tutti principi – nella vita…

 

Volesse il cielo che udissi da qualcuno la voce umana

che confessasse non un peccato, ma un’infamia;

che raccontasse, non una violenza, ma una viltà!

No, sono tutti l’Ideale, se li odo e mi parlano.

Chi c’è in questo vasto mondo che mi confessi che una volta è stato vile?

O  prìncipi, miei fratelli,

 

orsù, sono stufo di semidei!

Dov’è che c’è gente nel mondo?

 

Allora sono solo io vile e fallace su questa terra?

 

Potranno le donne non averli amati,

possono essere stati traditi – ma ridicoli mai!

E io, che sono stato ridicolo senza essere stato tradito,

come posso parlare coi miei superiori senza titubare?

Io, che sono stato vile, letteralmente vile,

vile nel senso meschino e infame della viltà.

Ramtha – “Chi siamo veramente?”

Ramtha, Chi siamo veramente?, Macro Edizioni, 2004, pagina 88

… Dio ha tutto a che fare col cambiamento.

Ciò che è stagnante nella vostra vita è noioso. E’ stato vissuto. E’ stato fatto. E’ stato pensato. E’ stato assaggiato, annusato e sentito. E’ noioso. E’ un ristagno dello Spirito.

Quando iniziate a cambiare, questo ha a che fare con il ferire qualcuno. Ha a che fare con la liberazione di voi stessi.

Pablo Picasso

Every child is an artist.

The problem is how to remain an artist after one grows up.

Pablo Picasso

Georgia O’Keeffe – Memorie

Georgia O’Keeffe, Memorie,  Abscondita, Milano, 2003

Lavorando in solitudine e nell’anonimato non avevo nessun altro da compiacere al di fuori di me stessa. pag. 42

Mi sono resa conto che le forme e i colori mi permettevano di dire cose che non avrei saputo esprimere altrimenti, cose per cui mi mancavano le parole. Secondo alcuni uomini di giudizio la mia non è pittura, secondo altri lo è. Arte o non Arte, non tutti sono d’accordo. Ad alcuni invece non importa nulla di quello che faccio. pag. 50

cominciai a entusiasmarmi all’idea di cercare di dipingere New York. Naturalmente mi dissero che era un’impresa impossibile, dato che nemmeno i pittori di sesso maschile vi erano mai riusciti in modo soddisfacente. Ma poiché sin dall’adolescenza mi sentivo ripetere che le mie idee erano impossibili, ero ormai abituata alle obiezioni, quindi non ci feci caso e continuai a perseguire il mio obiettivo: dipingere la città di New York. pag. 54

Bertrand Russell – Matrimonio e morale

Bertrand Russell, Matrimonio e morale, Longanesi, Milano, 2007

Come nelle femmine degli animali, ogni atto sessuale richiede un corteggiamento preliminare, e la donna non concederà i suoi favori se non sente di aver stimolato al punto giusto la passione dell’uomo. Questo modo di sentire e di agire puramente istintivo è stato quasi annullato dalla civiltà. pag. 45

Non credo esistano dubbi sul fatto che in media le donne sono più stupide degli uomini. pag. 99

Dora Luiso – “Brindisi”

Dora Luiso, Brindisi in AA. VV., Quel poco che sappiamo. Incontri poetici con due inediti di Giorgio Manacorda, Giulio Perrone Editore, Roma, 2011, pagina 82

Brindisi

Elevo il calice

e guardo

il rosso colore

del sangue

che corre

nelle vene.

 

Brindo alla magia

della vita

che mi possiede

nell’euforia

dell’amore regalato

fino alla follia

e nel potere

della ragione

che doma

ogni ragionevole pazzia.

 

Potente,

la debolezza

ha trionfato,

ha pagato col bene,

e il ciclo della vita

è ricominciato.

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